Cos’è il sentimento della vergogna?
La vergogna è un’emozione secondaria di cui si parla ancora troppo poco, sebbene negli ultimi anni stia suscitando nuovo interesse sociale ed una rinnovata attenzione in ambito clinico e terapeutico (anche come conseguenza di quadri psicopatologici generati da un errato utilizzo o abuso di social network e realtà virtuale che possono minare il senso dell’identità, distorcere l’immagine di sé e quindi attivare in maniera incontrollata ed abnorme sentimenti di vergogna)
Si tratta di un’”emozione complessa” che può influenzare profondamente il comportamento e le relazioni interpersonali. In psicologia viene studiata al pari di un’emozione negativa che emerge quando un individuo percepisce di aver violato un valore morale, sociale o personale, o quando sente di non essere all’altezza delle aspettative degli altri (o di se stesso in alcuni casi).
La vergogna va tenuta ben distinta dal senso di colpa, sebbene entrambe siano ‘emozioni morali’ legate cioè alla valutazione del proprio comportamento, tuttavia la colpa si riferisce generalmente a un’azione – pensata o compiuta più o meno intenzionalmente – mentre la vergogna è più legata alla percezione del sé come persona “indegna”, “manchevole” o “fallita”. La vergogna può essere descritta come una sensazione di inferiorità o di esposizione degli aspetti negativi di sè che porta l’individuo a sentirsi vulnerabile e svilito agli occhi degli altri (che siano questi altri ‘reali’ o ‘virtuali’ poco cambia in termini di sofferenza interiore)
Le Origini della Vergogna
Secondo il teorico della psicologia sociale Silvan Tomkins, la vergogna è una delle emozioni di base che si sviluppano nei primi anni di vita. In principio questa si genera attraverso i feedback provenienti dall’ambiente circostante, primariamente dai genitori o altre figure autorevoli che giudicano o criticano il comportamento di un bambino. Tuttavia è bene ricordare che le esperienze di vergogna non sono sempre legate ad errori concreti ma possono derivare appunto da una ‘percezione’ astratta o distorta delle proprie azioni, o anche dalla sola paura di essere giudicati negativamente. Si rende quindi imprescindibile, all’interno di un percorso di psicoterapia, indagare approfonditamente le cause che stanno alla base dello sviluppo del sentimento della vergogna, come vedremo più sotto.
Anche Sigmund Freud, fondatore della psicanalisi, studiò la vergogna come un sentimento radicato primariamente nell’infanzia e nell’interazione tra il bambino e le figure di autorità. Secondo le teorie Freudiane la vergogna può essere legata a conflitti inconsci riguardanti l’autostima, il desiderio di approvazione e il rispetto per l’autorità.
Un ambiente familiare critico o punitivo può contribuire a creare un’alta sensibilità al senso di vergogna che può generare nel tempo conseguenze negative sulla psiche e sull’adattamento individuo-ambiente. Sentimenti di vergogna massicci e persistenti possono minare l’autostima e la fiducia in sé stessi, nutrire vissuti di isolamento e compromettere il benessere emotivo e affettivo del soggetto.
La Vergogna nelle dinamiche sociali
La vergogna ha un forte impatto sulle dinamiche sociali. Le persone che provano vergogna possono adottare diversi meccanismi di difesa per proteggersi dall’esposizione al giudizio, come il ritiro sociale, condotte di evitamento, la negazione o il tentativo di nascondere il proprio (presunto) “sé imperfetto”.
In contesti culturali dove la conformità ai valori sociali è particolarmente valorizzata, la vergogna diventa un’emozione potente che spinge le persone a conformarsi alle norme più rigide talvolta a discapito del benessere psicologico.
Vergogna e Salute Mentale
La vergogna, se troppo intensa o pervasiva può generare effetti dannosi anche duraturi sulla salute mentale e penalizzare il benessere psicofisico in generale e la qualità di vita della persona. Viene associata in taluni casi con lo sviluppo di quadri patologici quali la depressione, l’ansia sociale, i disturbi dell’alimentazione e il disturbo ossessivo compulsivo, oltre a influire negativamente sull’autostima e sulla percezione dell’autoefficacia.
Come detto sopra, la “vergogna cronica” può condurre il soggetto all’isolamento sociale, all’evitamento, alla fuga vera e propria da situazioni o eventi penalizzando scelte di vita, privando il soggetto del potersi avvalere di valide opportunità per la sua crescita personale e per il suo futuro, e non di meno limitandone la performance in diversi ambiti di vita.
Sentimenti di vergogna intrusivi e persistenti generano una continua auto-critica, un autogiudizio sempre negativo e la profonda sensazione di essere inadeguati, creando quindi un ciclo vizioso (patogeno) difficile da spezzare.
La Vergogna all’interno del setting psicoterapeutico
Nell’orientamento psicodinamico la vergogna può anche essere vista come un meccanismo di difesa che emerge quando l’individuo cerca di proteggersi da un’immagine di sé percepita come inaccettabile, e può nascondere o inibire l’accesso a emozioni più profonde come la rabbia, la tristezza o il desiderio. Questi meccanismi difensivi sono spesso oggetto di analisi in psicoterapia con l’obiettivo di aiutare l’individuo a riconoscere e affrontare questi sentimenti in modo consapevole e costruttivo
Assume fondamentale importanza, per dare vita ad un percorso di psicoterapia efficace, aiutare i pazienti a esplorare e affrontare la vergogna in modo costruttivo. Centrale è quindi lavorare sulle credenze disfunzionali che alimentano il senso di vergogna. Il lavoro su sé stessi implica riconoscere la propria umanità accettando le imperfezioni e comprendendo che il fallimento (o un eventuale fallimento) non definisce l’intera persona.
Un approccio funzionale è quello basato sulla “compassione per sé” (self-compassion), sviluppato dalla psicologa Kristin Neff, tra gli altri, che incoraggia le persone a trattarsi con la stessa gentilezza e comprensione che riserverebbero a un amico che si sentisse vergognoso. La pratica della compassione per sé può ridurre i sentimenti di vergogna, migliorare l’autostima e promuovere una visione più equilibrata di sé all’interno di un setting mentale meno rigido e più accogliente
Come affrontare la vergogna
La vergogna è un’emozione potente che può influire profondamente sulla vita di un individuo; è un concetto che va oltre una semplice emozione: è un’esperienza profonda e dolorosa, spesso radicata nell’inconscio, con impatti significativi sulla formazione del sé e sulle dinamiche relazionali. L’analisi della vergogna può essere un passo importante per esplorare le proprie profondità, liberarsi da conflitti interni e migliorare il benessere psicologico.
Sebbene come abbiamo già detto esistano specifici contesti (o passaggi evolutivi) in cui il sentimento della vergogna può servire a regolare il comportamento sociale e promuovere l’adattamento ai valori collettivi, un eccesso di senso di vergogna risulta dannoso per la salute mentale, per la costruzione di una solida autostima e quindi per lo sviluppo armonioso della propria persona
Affrontare la vergogna in modo funzionale, attraverso la consapevolezza, la comprensione e l’autocompassione è un passaggio ineludibile per ridurre il suo impatto negativo e promuovere maggiore autostima e connessione con gli altri. La consapevolezza della propria esperienza di vergogna e il ricorso a strategie terapeutiche adeguate possono contribuire a liberarsi dalla sua morsa per abbracciare una vita più autentica, equilibrata e gratificante.
Alcuni aspetti chiave del trattamento della vergogna in psicoterapia
1. Creare un ambiente sicuro e di fiducia
- Empatia e non giudizio: Il terapeuta deve accogliere il paziente con empatia e comprensione, evitando qualsiasi forma di giudizio o colpevolizzazione.
- Rispetto e validazione: È fondamentale che il paziente si senta rispettato e che le sue esperienze siano validate, anche se dolorose o difficili da condividere.
- Riservatezza: La garanzia di riservatezza è essenziale per creare un clima di fiducia in cui il paziente possa aprirsi senza timore.
2. Esplorare le origini della vergogna
- Esperienze infantili: Spesso, la vergogna ha radici profonde nelle esperienze infantili, come abusi, trascuratezza o umiliazioni.
- Modelli familiari: I modelli familiari e le dinamiche relazionali possono influenzare lo sviluppo di sentimenti di vergogna.
- Eventi traumatici: Eventi traumatici o situazioni di forte stress possono innescare o intensificare la vergogna.
3. Identificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali
- Pensieri automatici negativi: La vergogna è spesso accompagnata da pensieri automatici negativi, come “sono sbagliato”, “non valgo niente” o “sono indegno di amore”.
- Comportamenti di evitamento: Per evitare la vergogna, il paziente può mettere in atto comportamenti di evitamento, come isolamento sociale, ritiro emotivo o abuso di sostanze.
- Autocritica: la persona che prova vergogna, molto spesso, si autocritica in maniera severa.
4. Sviluppare strategie di coping
- Consapevolezza emotiva: Imparare a riconoscere e accettare le proprie emozioni, inclusa la vergogna, senza giudizio.
- Ristrutturazione cognitiva: Mettere in discussione i pensieri automatici negativi e sostituirli con pensieri più realistici e positivi.
- Compassione verso se stessi: Sviluppare un atteggiamento di gentilezza e compassione verso se stessi, riconoscendo la propria umanità e imperfezione.
- Esposizione graduale: Affrontare gradualmente le situazioni temute, anziché evitarle, per ridurre l’ansia e la vergogna.
- Tecniche di rilassamento: Imparare tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o la mindfulness, per gestire l’ansia e lo stress.
Perché chiedere aiuto quando ci sentiamo sopraffatti dal sentimento della vergogna
Poichè la vergogna spesso si intreccia con altri stati emotivi tra cui, per esempio, senso di colpa, rabbia, paura, desideri e sentimenti di inibizione, si rende necessario in psicoterapia svolgere anche un lavoro di comprensione delle emozioni e dei nostri stati interni in generale, al fine di cogliere ed elaborare tutte le informazioni che questi ci danno, considerandoli a tutti gli effetti “dati clinici”, ovvero “fattori terapeutici” fondamentali per la costruzione di un migliore funzionamento del soggetto nel suo ambiente, sostenibile anche nel lungo termine, per adottare stili relazionali più appaganti e costruttivi con sé stessi e con gli altri e quindi anche favorire lo sviluppo di un’armoniosa crescita personale.
Infine ricordiamo che:
- Il trattamento della vergogna richiede tempo e pazienza.
- È fondamentale trovare un terapeuta con cui ci si senta a proprio agio e in fiducia.
- E’ utile chiedere aiuto ad uno psicologo, quando la vergogna, impedisce di vivere una vita serena.
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